24/09/2020

Bimba_Ricordi di Napoli 1971/72 (1 di 4)

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Written by Dorikri  
      
Fino qui la storia mia e di Oriano, la presentazione della mia famiglia e di alcuni miei antenati . 
Mentre scrivevo mi sono accorta che avevo altre cose da aggiungere, da mettere in chiaro o da approfondire.
Comincio da Napoli.

1971/72 
Napoli! Napoli!  
Ho già affrontato questo argomento in alcune pagine precedenti scritte nel 2019 (23/9 - 30/9 -7/10 -14/10 - 22/10). 
Ma  gli episodi che mi sono rimasti profondamente nel cuore sono tanti e, comunque Napoli, per quello che mi ha dato, merita anche un capitolo a parte dove sento di dover approfondire alcuni aspetti dove voglio insistere su alcuni miei vicini di casa. 
Certamente alcuni vicini, per molti benpensanti con una certa puzza sotto al naso, sarebbero stati infrequentabili. 
Ma gli stessi infrequentabili mi hanno accettata, riempito il cuore e mi hanno permesso, se non di capire, di comprendere la loro filosofia di vita.

     Come ho già detto, ho avuto la grande fortuna di vivere poco più di un anno a Napoli, anzi, per essere più precisa ad Arco Felice (Baia), nel comune di Pozzuoli. 
Vicolo Licola Patria era (e suppongo lo sia ancora) una strada, che partiva da una rotonda spartitraffico, piccola piccola, con un lampione in mezzo, che in ripida salita sbuccava sulla via Domiziana.
     Quando arrivammo in Campania, Oriano era Tenente anziano ed era stato trasferito in Accademia  all’inquadramento al Corso Leone III.
I quattordici mesi trascorsi a Napoli furono per me una finestra su un mondo completamente sconosciuto: spesso ci creiamo dei pregiudizi su una persona o su un luogo. 
Invece, aprire gli occhi, scacciando la puzza da sotto al naso, è spesso piacevolmente sorprendente. 
A Rio de Janeiro avevo imparato che non si deve mai giudicare una persona, un gesto, un pensiero o un modo di vivere; nella città partenopea ho avuto conferma di avere ricevuto un ottimo insegnamento in Brasile.
      Esiste della gente che ha una morale tutta sua, che affronta la quotidianità con un altro metro, che da sempre ha dovuto arrangiarsi, che da sempre ha dovuto ‘arrabattarsi’ per mettere un boccone in bocca a un figlio, figurarsi a dieci figli... 
Il concetto di morale non è dettato, sempre e solo, dalla società o dalla Chiesa, ma sovente dalla fame... Questo popolo ha imparato a non piangersi addosso, non permettendo alle negatività di abbatterli e, a modo loro, hanno reagito. 
Per me, il Vicolo Licola Patria, è stata una lezione di vero amore; potrei esagerare, ma questo è il ricordo che custodisco.
      Dopo aver cercato casa attorno all’Accademia di Pozzuoli, ci dovemmo arrendere: quelle poche disponibili erano troppo care per noi. 
Un collega a cui Oriano dava il cambio, ci propose a quel punto di presentarci alla sua padrona di casa, che abitava a Baia avvisandoci che, l’affitto non era comunque a buon mercato e, sopratutto ci  metteva in guardia di fronte alle difficoltà che avremmo potuto incontrare vivendo in quel quartiere: «State molto attenti e chiudetevi bene in casa». 
Da buoni bergamaschi, gli era stato impossibile interagire con i loro vicini di casa...
 
 
1971/72
Naples! Naples!  
I have already tackled this issue in some previous pages written in the year 2019 (23/9 - 30/9 - 7/10 - 14/10 - 22/10). But the many episodes that are still deep in my heart and, Naples itself, for all it has given me, altogether deserves a separate chapter where I need to deepen some aspects; here I want to insist on some of my neighbours.  
Certainly some of my neighbours, for many right-thinking people with a certain stench under their nose, would have been ubearable. 
But those same 'unbearable' neighbours accepted me, filled my heart and allowed me, if not to accept, to at least understand their philosophy of life.
     As I already said, I have had the good fortune to live a little bit more than a year in Naples. 
To be precise in Arco Felice (Baia), in the municipality of Pozzuoli.
Via Licola Patria was (and I suppose it still is) a very steep street, which starting from a very small roundabout, with a street lamp in the middle, rose to the Via Domiziana.
     When we arrived in Campania, Oriano was a senior lieutenant and had been transferred to the Military Academy as teaching officer at the Leone III Course.
The fourteen months I spent in Naples have been a window on a completely unknown world: we often create prejudices against a person or a place. 
Sometimes, on the contrary, opening wide our eyes, and being a little bit less snotty, turns out to be pleasantly surprising. 
In Rio de Janeiro I had learned that one should never judge a person, a gesture, a thought or a way of life; in the Neapolitan city I had confirmation of having received an excellent teaching in Brazil.
There are people who have a moral of their own, who face everyday life with another yardstick, who have always had to look after themselves, who have always had to 'struggle' to put a bite in a child's mouth, imagine ten children ... 
The concept of morality is not, always and only, dictated by society or by the Church, but often by hunger ... 
These people learned not to feel sorry for themselves, they don't allow negativity to pull 'em down and, in their own way, they reacted. 
For me, Vicolo Licola Patria was a lesson in true love: I might exaggerate, but this is the memory I cherish.
After looking for a house around the Academy of Pozzuoli, we had to give up: the few houses available were too expensive for us. 
Oriano's predecessor, proposed to introduce us to his landlady, who lived in Baia, warning us that the rent was not cheap anyway and, above all, he warned us about the difficulties we would probably face living in that neighborhood: "Be very careful and close your house well" was his last advice...

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