28/01/2020

Bimba_ Tre sorelle ed un fratello (3)

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Written by Dorikri 

Alexandra (1950):  Tutti quanti per anni l’abbiamo chiamata Sandra, ma un giorno, ormai adulta decide di farsi chiamare con il suo nome per intero.
Dal 2004 è vedova di Eduard e ha una figlia, Annelie (1974) che vive a Saint Barth.
Devo dire che, a parte quella notte in collegio, di cui scrivo in altra parte del libro, mia sorella e io non abbiamo mai avuto molte cose in comune.
Ho sempre avuto l’impressione che pensasse di essere lei la maggiore e non mi ha mai tenuto molto in considerazione e arrivo a dire che sovente mi ignorava.
L’abbraccio di quella notte da bambine e le nostre lacrime, sono l’unico ricordo di un qualcosa di vero e forte fra noi due; per fortuna, molti anni dopo, entrambe abbiamo sentito il bisogno di parlare.
Mia madre ed io e sotto Bettina con Alexandra
My mother with me and under Bettina with Alexandra


Bettina (1952): Ci lascia per le conseguenze del vaccino del morbillo.
Noi sorelle più grandi eravamo a letto con questa malattia esantematica e il dottore, ritenendo Bettina troppo piccola per affrontare la malattia, le inoculò il vaccino; ma la mia sorellina era già stata infettata e così, il 2 luglio 1955, anche lei ci lasciò.

Alexandra (1950): For years we all called her Sandra, but one day, as an adult, she decided to be called by her full name. 
Since 2004 she is Eduard's widow and she has one daughter, Annelie (1974) who lives in Saint Barth. 
I must say that, apart from that night in college, of which I write in another
Bettina
chapter of the book, my sister and I never had many things in common: I've always had the impression she considered herself to be the eldest and she never really gave me any consideration; I would even say that she often ignored me.
The embrace of that night as children and our tears are the only memory of something really true and strong between the two of us; fortunately, many years later, we both felt the need to talk together and cleared up some details of our lives.

Bettina: born 5/11/1952, left us as a consequence of the measles vaccine.
Measles had infected us, older sisters. The doctor, believing Bettina to be too young to face the disease, vaccinated her; but my little sister had already been infected. On July 2nd, 1955, she also past away.

26/01/2020

Bimba_Tre sorelle ed un fratello (2)

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Written by Dorikri 

Patricia (1948) : nata a Bruxelles, muore di un tumore all’età di tre anni e mezzo.
Nel ramo paterno della mia famiglia c'è un parto gemellare in ogni generazione; Patricia era una di due.
Ad un certo momento della gravidanza uno dei due embrioni  muore e viene inglobato dall'altro feto. Negli anni cinquanta del 1900 non esistevano ancora gli strumenti diagnostici di oggi, la gravidanza e la nascita erano poco controllabili e spesso erano un vero e proprio terno al lotto; l’embrione si collocò all'interno del rene di Patricia che, sviluppandosi dopo la sua nascita, raggiunse le dimensioni di una pallina da tennis.
I miei genitori portarono la mia sorellina a Nizza, dove i nonni erano in vacanza, la fecero visitare da uno specialista, che propose di intervenire
chirurgicamente, senza garantire però una buona riuscita, e infatti l’esito non fu buono e Patricia dopo soli due mesi si spense.

Patricia
Patricia (1948): She was born in Brussels. She dies of cancer at the age of three and a half.
On my father's side, for many generations, there is a twin birth in each generation; Patricia was one of two.
At a certain moment of the pregnancy, one of the two embryos dies and is incorporated by the other fetus.
In the 1950s there were no diagnostic tools such as today.
Pregnancy and birth were uncontrollable and often it still was like "hitting the jackpot".
The embryo placed itself in Patricia's kidney developing, after her birth and reaching the size of a tennis ball.
My parents went to Nice, where my grandparents were on vacation, spoke with a specialist, who proposed a surgery, without guaranteeing any good result, and in fact, the outcome was not good and Patricia after only two months passed away.

21/01/2020

Bimba_Tre sorelle e un fratello

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Written by Dorikri 


C’è in Olanda una tradizione, secondo la quale, in ogni casa deve esserci un "Verjaardag's kalender". Il calendario dei compleanni, nelle nostre case, ha una sua collocazione ben precisa: va appeso alla parete del bagno, in modo che sia ben visibile dal... water!
La motivazione di tale collocazione, va attribuita al fatto che ogni componente della famiglia, già di prima mattina non possa non vedere il calendario e, di conseguenza, le date annotate. 
Il calendario può essere più o meno grande, più o meno bello, più o meno personalizzato. Esso non riporta i giorni della settimana né l’indicazione dell’anno, ma solo i mesi e i numeri dall’uno al trenta (o ventotto o trentuno, a seconda del mese).
Ad esempio nel mese di giugno, di fianco al 10, giorno del mio compleanno, si scrive ‘Dorina 1947’; e per le altre ricorrenze si mette prima del numero corrispondente al giorno, una croce per indicare la data di un decesso e due cerchi incrociati (rappresentanti due fedi) per indicare la data di un matrimonio.

Nel mio libro, ho voluto scrivere tutte le date. Ma qui non voglio certo tediarvi con questi dati.



There is a tradition in Holland, according to which, in every house, there must be a "Verjaardag's kalender".
The birthday calendar in our homes has its own precise location!
It should be hung on the bathroom wall so that it is clearly visible from the ... toilet!
The reason for this placement is due to the fact that each member of the family, from the very early morning, cannot miss the calendar and, consequently, the dates noted.
This calendar does not show the days of the week nor the indication of the year, but only the months and numbers from one to thirty (or twenty-eight or thirty-one, depending on the month).
For example, in June, next to 10, the day of my birthday, there's written 'Dorina 1947'; and for other occasions, a cross is placed before the number corresponding to the day, to indicate the date of a death and two crossing circles representing two wedding rings) to indicate the date of a wedding.
In my book, I wrote all the dates. But here I certainly do not want to bore you with these data.

17/01/2020

Bimba_La carriera di mio padre Dorone van den Brandeler (b)

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Written by Dorikri  

Alla fine del 1951 il neo Console Generale, ci portò a Leopoldville, nell’allora Congo Belga, dove nacque Bettina, il 5 ottobre 1952.
Nel 1953 mio padre aveva accumulato tre mesi di ferie, più un quarto, perché aveva seguito un corso particolare a L’Aja, da consumare entro la fine dell’anno; questi quattro mesi ci avrebbero fatto perdere metà anno scolastico. Motivazione per la quale mia madre, ignara di essere incinta, si trasferì per un anno con me, Alexandra e Bettina a Madrid, all’ambasciata di Francia, dai suoi genitori. Grand’père era alla sua ultima assegnazione come ambasciatore, e durante quell'anno nacque Balwina il 28 maggio, ma Bettina ci lasciò il 2 luglio. Nell’autunno del 1954 tornammo tutti a Leopoldville, dove Brandy, dopo aver contratto la malaria in Australia ebbe una ricaduta molto grave che rese necessario l’urgente trasferimento in Olanda nel 1955. Si rimise abbastanza in fretta dalla malattia e così partimmo per Parigi per 2 nuove assegnazioni: il Nato Defense College per sei mesi, e tre mesi all’ambasciata Olandese presso la Nato. Mi hanno sempre chiesto come mai non avessi problemi e paure a traslocare: a 8 anni ne avevo già fatti 5! E tanti altri ne faremo!
Difatti, dopo l’Europa e l’Africa, ci trasferimmo in Sud America e il 2 gennaio del 1956 ci imbarcammo per Rio de Janeiro dove Brandy fu nominato  Vice Ambasciatore.  In assenza dell’ambasciatore, per quattro mesi, egli ricoprì anche il ruolo di Incaricato di Affari. A Rio il 24 agosto 1956 nacque l’ultima delle femmine, Graciema (papà, se non lo ha detto, lo ha sicuramente pensato: ancora...). Trascorsi tre anni, arrivò la nuova destinazione: Hong Kong. Ma al Ministero degli Affari Esteri in Olanda, un collega di mio padre si ammalò e lui dovette  sostituirlo, perciò anziché Hong Kong, all’inizio del 1959 tornammo a L’Aja per tre anni e quel periodo fu importante, perché conobbi Joline; tutti in famiglia la conoscete, Agli altri la presenterò in un altro capitolo. La prima assegnazione di papà come “Ambasciatore Plenipotenziario di Sua Maestà Juliana** Regina dei Paesi Bassi" fu Damasco in Siria, dal 1962 al 1965; Altra bella crociera nel Mediterraneo! Il 6 gennaio 1965 nacque finalmente un maschio, Bastiaan (Non sto a raccontare l’agitazione di Opi e di mio padre per via di questa nascita! Finalmente un maschietto! un van den Brandeler!). La nuova assegnazione di Brandy doveva essere Bogotà, in Colombia, ma mia madre, che soffriva già allora di anemia perniciosa, non avrebbe assolutamente potuto vivere a quella altitudine (oltre tremila metri). Non essendoci posti vacanti in quel momento, ce ne andammo tutti a Maiorca. Nel frattempo i miei  avevano comprato “C’an Patina” (“C’an” sta per casa e “Patina” è composta  dalle tre lettere iniziali di Patricia e le tre finali di Bettina messe insieme).Qui Balwina e Graciema frequentarono l’anno scolastico e nell’estate del 1966 su una bellissima nave – altri ventidue giorni di crociera – ce ne tornammo a Rio de Janeiro, dove nel 1967 io lasciai la famiglia. A Brandy, dal 1972 al 1975, fu assegnata l’ambasciata a Tunisi. Mio padre concluse la sua carriera a Buenos Aires in Argentina dal 1975 al 1979 e si ritirò in pensione, prima a Oss e poi a L’Aja, dove morì nel 1988.

**Parlando della Regina Juliana, o nominandola, Brandy doveva chiamarla ‘Sua Maestà’, ma per lui era sempre ‘la mia Regina’; persino quando parlava con il Principe Consorte, marito di lei, la chiamava così e il Principe Bernardo, divenuto suo carissimo amico, diceva a mia madre: «Io dovrei essere geloso, lei no?» 
Ho sempre saputo che Sua Maestà stimava mio padre e che apprezzava molto il lavoro da lui svolto.


At the end of 1951, the new Consul General took us to Leopoldville, capital of the former Belgian Congo, where Bettina was born, on October 5th, 1952.
In 1953 my father had accumulated three months' holidays, plus a fourth one because he had attended a special course in The Hague. 
These had to be used up by the end of that same year; because of these same four months we, children, would have lost half school-year. 
So, my mother, unaware of being pregnant, decided to take, Alexandra, Bettina and me to Madrid to attend a full school year. 
My Grand-father was at his last assignment as French Ambassador. 
During that year,1954, Balwina was born on May 28th, and Bettina passed away on July 2nd. 
In autumn, we were back in Leopoldville but, very soon, we had to leave again: during the war, while in Australia, daddy had contracted malaria. 
By the beginning of 1955, all of a sudden, the illness reappeared very badly. 
He had to be urgently hospitalized in the Netherlands, where he recovered rather quickly.
We all moved to Paris for 2 new assignments: NATO Defense College for six months, and then three months at the Dutch embassy to NATO. 
At that time I was 8 and we had already moved 5 times! And there will be many others!
In fact after Europe and Africa, we moved to South America and on January 2nd, 1956 we all boarded a cruise ship. 
After 22 days we disembarked in Rio de Janeiro where Brandy was appointed Vice Ambassador. 
For four months, in the absence of the Ambassador, he also held the role of Chargé d'Affaires.
In Rio, on August 24th, 1956, Graciema, my fifth sister was born. 
Even if he never had said so, he certainly must have thought: "another one!"
After three years, we were ready to go to Hong Kong. But at the Ministry of Foreign Affairs in the Netherlands, a colleague of his fell ill and dad had to replace him, so instead of Hong Kong, we returned to The Hague for three years in early 1959. 
That period was important for me because that is when I met Joline; in the family, you all know her. I will introduce her to all the others in another chapter.
Dad's first assignment as "Plenipotentiary Ambassador of Her Majesty Juliana** Queen of the Netherlands" has been Damascus in Siria, from 1962 to 1965.
On January 5th, 1965, a boy, Bastiaan, was finally born (I will not tell you now about my grandfather's, and my father's, agitation because of this birth! Finally a boy! A van den Brandeler!).
After three years in the Middle East, and a son, Brandy was also to be assigned to Bogota in Colombia. However, my mother, who suffered from pernicious anemia, could absolutely not live at that altitude (over three thousand meters a.s.l.).
Since there were no vacancies at the time, we all went to Mallorca were my parents, sometime before, had bought "C'an Patina" ("C'an" stands for home and "Patina" stands for Patricia's three initial letters and Bettina's three final ones put together).
Here Balwina and Graciema attended the school year and in July 1966 on a beautiful cruise-ship (another twenty-two days of cruising) we returned to Rio de Janeiro, where, in 1967, I left the family. 
After Rio de Janeiro Brandy was appointed Ambassador in Buenos Aires and then Tunis. In 1977 my father retired, first in Oss and then in The Hague, where he passed away in 1988.

**Speaking about Queen Juliana, or naming her, Brandy was supposed to call her 'Her Majesty', but for him, she was "my Queen"; even when talking with her husband, the Prince Consort, he called her that way. 
Sometimes Prince Bernard, who had become his dear friend, joking with my mother would say:
"I should be jealous, should you not?".
I've always known that Her Majesty thought very highly of my father, respected him and esteemed the work he carried out.

15/01/2020

Bimba_La carriera di mio padre Dorone van den Brandeler (a)

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Written by Dorikri  

Dorone: se già qui in Italia, questo nome sembra pesante, immaginate un pò se pronunciato da Anglosassoni. (Più avanti vi racconterò come mai a mio padre fu affibbiato quel -terribile- nome!)
Da bambino lo chiamavano Roon o Roony e quando entrò all’università, non so se per sua scelta o per scelta dei suoi compagni, diventò Brandy; forse anche perché mio padre preferiva il brandy al cognac.
Brandy non discendeva, né proveniva da famiglia diplomatica, anzi, direi che, fossero più o meno tutti difensori della legge.
Quando a trentadue anni conobbe e frquentò la diciottenne Jacqueline, prima a Chungking e poi a Nanking, certamente non immaginava che nella sua vita tutto sarebbe cambiato. Lei, mia madre,  era l'unica figlia dell’Ambasciatore francese in Cina, lui era un maggiore di cavalleria, ed era addetto militare presso l’ambasciata di Sua Maestà la regina dei Paesi Bassi a Chungking.
Jacqueline dal canto suo, discendeva da una famiglia che annoverava molti diplomatici tra i suoi avi.
Grand’père, mio nonno, quando mio padre andò a chiedergli la mano di sua figlia, scherzando -ma forse no- gli disse che poteva acconsentire soltanto se fosse diventato un diplomatico: «Sa, Jacqueline è la quinta generazione...». Brandy a quel punto ripensò al fatto che nel 1944 durante la guerra, di stanza in Australia, aveva sentito dire che gli ufficiali olandesi che avevano almeno tre anni di guerra sulle spalle, trasferendosi a Londra o New York, potevano iscriversi a un corso di preparazione alla carriera diplomatica; a fine guerra, avrebbero seguito un altro corso di tre mesi e dopo un anno di tirocinio presso un’ambasciata, avrebbero potuto continuare la carriera. A mio padre , ancora di stanza presso l'Ambasciata in Cina, non fu però mai rilasciata l’autorizzazione  a lasciare il suo reggimento. Brandy era innamorato e a Grand’père disse: «Per Jacqueline questo ed altro». Si recò all’ambasciata Olandese e si mise in contatto con il Ministero degli Affari Esteri, richiedendo i moduli per iscriversi ai corsi di specializzazione e, usando la Valigia Diplomatica * , si fece mandare le lezioni, rispedendo poi indietro i compiti man mano eseguiti; comunque il fidanzamento si fece, e il 3 agosto 1946 si unirono in matrimonio a Chungking. Sposatisi, via India e Kashmir, raggiunsero i Paesi Bassi, dove papà arrivò in tempo per presentarsi all’esame presso il Ministero. Venne promosso e inviato a Bruxelles per fare un tirocinio come secondo segretario di ambasciata, e superato l’esame finale, tornò a Bruxelles per un altro anno come console; in quel periodo nascemmo, io il 10 Giugno 1947, e mia sorella Patricia l’8 giugno 1948. Poi, per poter proseguire nella carriera, mio padre dovette fare un anno presso il Ministero degli Esteri a L’Aja, dove il 10 febbraio del '50 nacque Alexandra. Patricia morì a Nizza il 2 luglio 1951

*Ogni Ambasciata, di qualsiasi nazione e in qualsiasi nazione si trovi, ha questo mezzo per mandare e ricevere la posta riservata, scambiata con il Ministero. Non è una valigia come quella che noi usiamo per viaggiare. Sono delle sacche, più o meno grandi (in base alle necessità), nelle quali viaggiano lettere e plichi, che vengono chiuse e sigillate e poi aperte da persone autorizzate a questo compito; sia al Ministero che all’ambasciata di riferimento, c’è un ufficio preposto alla chiusura e apertura della Valigia e nessuno, ma proprio nessuno, oltre a questi due responsabili ha l’autorizzazione ad aprirle. Per moltissimi anni, e anche per diversi secoli, queste valigie poterono contenere documenti importantissimi (letteratura e cinematografia insegnano) ma anche lettere, pacchi e regali da e per le famiglie rimaste in patria.
https://it.wikipedia.org/wiki/Valigia_diplomatica


Dorone: if here in Italy, this name seems heavy, just imagine the problems for Anglo-Saxons to pronounce it. (Later on, I will tell you how this -terrible- name was given to my father!)
As a child, he was called Roon or Roony and when he attended university he became Brandy. 
I don't know whether he decided to call himself so or whether his study mates did. Another reason could be that my father's preferred shot was brandy.
Brandy did not descend, nor did he come from a diplomatic family. 
In fact, they all held a Master's degree in law.
When at the age of thirty-two he met and dated the eighteen-years-old Jacqueline, first in Chungking and then in Nanking (China), he certainly did not imagine that everything in his life would change. 
She, my mother, was the only daughter of the French Ambassador to China; he, my father, was a cavalry major, and he was the military attaché at the Embassy of Her Majesty the Queen of the Netherlands in Chungking.
Jacqueline's family was definitely a diplomatic one.
Grand'père, my grand-father, when my father went to ask him for his daughter's hand, joking -but maybe not- replied that he could only accept if he had become a diplomat: "You know, Jacqueline is the fifth-generation ... ». Brandy then remembered that in 1944, during the war, while stationed in Australia, he had heard that Dutch officers who had at least three years of war on their shoulders, moving to London or New York, could enroll in a preparation course for the diplomatic career; at the end of the war, they would have followed another three-month course. Then, after a year of internship at an embassy, ​​they could have continued their careers. 
However, my father, still stationed at the Embassy in China, was never granted permission to leave his regiment. Brandy was in love, so he "declaimed": "For Jacqueline, that's the minimum I could do!".
He went to the consular representation to contact the Ministry of Foreign Affairs, asking for the enroll forms. Using the Diplomatic Bag*, he could receive the lessons, then send back the tasks gradually performed; in the meantime, they got engaged and on August 3rd, 1946 they married in Chungking. After the ceremony and a honeymoon in India and Kashmir, they reached the Netherlands, where Daddy arrived just in time to attend the exam at the Ministry.
He was promoted and sent to Brussels for an internship as a second embassy secretary. When he passed the final exam, he returned to Brussels for another year as consul; in that period we were born: me on June 10th, 1947, and my sister Patricia on June 8th, 1948. 
Then, in order to continue his career, my father had to go to the Ministry of Foreign Affairs for a year in The Hague, where, on February 10th, 1950, Alexandra was born. On July 2nd, 1951 Patricia passes away in Nice.

* Every Embassy, ​​from any country and in any country, has this means of sending and receiving
confidential mail exchanged with the Ministry. It is not a bag like the one we use to travel with.
They are bags, of any size (according to the need), in which letters and packages travel.
They are closed and sealed and then unsealed by people authorized for this task. Both at the Ministry and at the reference embassy, ​​there is an office responsible for sealing and unsealing the Bags and nobody, but absolutely nobody, in addition to these two persons in charge, has the authorization to deal with them. For many years, and even for several centuries, these Bags have contained very important documents, articles intended for official use, keys, codebooks and other necessarily secret materials (literature and cinematography teach) but also letters, parcels, and gifts from and for the families at Home.
https://en.wikipedia.org/wiki/Diplomatic_bag

13/01/2020

Bimba_Rieti 1999

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Written by Dorikri 

Trascorsi quattro anni in Germania, Oriano venne richiamato a Roma per un lavoro molto interessante, ma lui non se la sentiva di tornare nella capitale e chiese, nel caso si fossero create delle opportunità, di essere spostato.
Gli proposero il commando della Scuola Interforze per la difesa NBC (Nucleare, Biologica e Chimica) nel Lazio a nord di Roma.
Partiti in macchina da Kalkar, arrivammo a Rieti la domenica del 5 settembre del 1999.
Di quel lungo viaggio di rientro in Italia, ho ancora impresso nella memoria il momento in cui uscimmo dall’ultima galleria della strada Terni-Rieti e davanti a noi si aprì la vallata del reatino: a sinistra campi di granturco, a destra, aggrappato al monte, il santuario di Greccio, una nuvola di silenzio tra fascino e mistero; subito dopo il grosso e tondo paese di Contigliano, cielo antico di storie e tradizioni... quasi non avevo fiato per dire checchesia... mi voltai verso Oriano che, pur guidando, si lasciò prendere la mano... poi una grande pianura con una distesa di girasoli dormienti, sorvegliata dal monte Terminillo, verde, immenso...
Fu amore a prima vista... e dopo un profondo sospiro dissi: «Non so tu, Minghetti, ma io sono già arrivata a casa».
Giunti davanti al portone della caserma Verdirosi fummo accolti (e spaventati) da un fortissimo boato; ci spiegarono che era il pubblico del Meeting di Atletica. Poi venimmo a sapere che il keniano Ngeny aveva stabilito il nuovo record mondiale sui 1000 metri.
Oriano trascorse tre giorni in caserma e il mercoledì accettò la nuova destinazione.
Tornammo in Germania e i primi di dicembre del 1999 ci trasferimmo definitivamente a Rieti, in uno degli appartamenti per ufficiali, nell’aeroporto Ciuffelli.
Nel 2001 trovammo casa a Belmonte in Sabina; nel 2003, dopo esser diventato generale, Oriano andò in pensione ed il 24 luglio 2004 ci trasferimmo a Belmonte.


After four years in Germany, we went back to Rome. Oriano was offered a very interesting job but he didn't feel like going back to the capital; so he asked for a different assignment and he was appointed as Commanding Officer of the Inter-services NBC Defence School (Nuclear, Biological, and Chemical). 
We drove from Kalkar, to Rieti where we arrived on Sunday, September 5th, 1999.
Of this journey, I still remember the moment we got out of the tunnel on the road coming from Terni.
In front of us, the Rieti valley opened up: on the left side, fields of maize; on the right, clinging to the mountain, the sanctuary of Greccio, a silent cloud of charm and mystery; immediately after the round and large village of Contigliano, the ancient sky of history and traditions ... I almost had no breath to say anything... I turned to Oriano who, though driving, accepted my hand into his... then maize turned into sleeping sunflowers, guarded by the huge and green Terminillo Mountain.
It was love at first sight! After a deep sigh, I said: "I don't know about you, Minghetti, but I am home."
Once in front of the gate of the Verdirosi barracks, we were welcomed, and frightened, by a very loud roar. They told us that it was the audience of the Athletics Meeting. Later we heard that the Kenyan Ngeny had set the new world record on the 1000 meters.
Oriano spent three days in the barracks and on Wednesday he accepted the new destination. 
We returned to Germany and December 1st, 1999 we moved definitely to Rieti, into an officer's apartment at the Ciuffelli Airport.
In 2001 we found a house in Belmonte in Sabina; in 2003, after becoming general, Oriano retired and on July 24th, 2004 we moved to Belmonte.

10/01/2020

Bimba_Germania 1995

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Written by Dorikri 

Nel mese di luglio del 1995 partimmo per la Germania, una scelta non facile perché Oriana restò sola nella capitale, per frequentare l’università. Ricordo che Oriano soffrì moltissimo per il distacco e fu molto triste durante tutto il viaggio. Affittammo una casa, a Pfalzdorf, poco più di un villaggio, a nord di Dusseldorf, a pochi chilometri dal confine con i Paesi Bassi,
Oriano fu assegnato come rappresentante dell’Italia, presso lo Stato Maggiore delle Forze Aeree di reazione della Nato di stanza a Kalkar; erano gli anni della guerra nel' ex-Jugoslavia, di appoggio al Comando Supremo della Nato, loro elaboravano i piani di intervento delle forze aeree sull'allora Jugoslavia.
A Kalkar vivevamo con militari rappresentanti tutti i vari paesi della Nato.
Un modo per socializzare tra le molte differenti culture, era quello di organizzare delle serate, o anche delle fiere dove si presentava  la cucina, la musica,  le tradizioni, gli usi e i costumi della propria terra.
A noi italiani, spesso, chiesero di organizzare dei corsi di cucina dove imparare a fare, sopratutto pasta e risotti. Certo non ero sola e collaboravo con le altre signore italiane, mogli dei colleghi di Oriano: ogni nazione, era rappresentata da un bel gruppo, in quanto oltre al comandante c’erano responsabili di settore, segretari, e così via.
In Germania era vietato andare a funghi!
Ricordo, la sorpresa prima, la diffidenza poi, ed infine il piacere quando gli feci assaggiare delle mazze da tamburo e dei porcini.
In quei anni  alla ricorrenza di Ognissanti, ci recavamo a Rimini e al ritorno, in vista del Natale,  portavamo con noi Carla, mia suocera, che restava da noi... fino alla Pasqua successiva (!); io ero felice per loro, madre e figlio,  perchè potevano trascorrere del tempo insieme... ma all’arrivo di ogni primavera mi presentavo da Oriano e,  volendo  riconquistare un po’ della nostra intimità, gli dicevo: «Torno in Italia da sola o portiamo via tua madre?» e così con la suocera ci davamo appuntamento al 2 novembre successivo!!
Devo dire però che durante quei (lunghi!) mesi che lei trascorreva da noi, tutti godevano della sua pasta fatta in casa. La "sdora romagnola" non si smentisce mai.
Arrivati al primo dicembre in Germania, trovandoci a pochi kilometri da l'Aia, "pretesi" da mia madre il Natale di quando eravamo bambini.
Per tutti noi, il Natale è collegato a sapori e profumi!
Inoltre era dal 1969 che non festeggiavo più alla maniera "nostra".
Dopo tanti anni le chiesi di poter assaporare  la "nostra" cena della vigilia con il prosciutto, la frutta sciroppata a contorno ed il purè di patata; fra l'altro, avevo sempre festeggiato Natale con i miei suoceri, così mi fece piacere far assaggiare a mia suocera quei sapori così diversi dai suoi cappelletti.
  

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In July 1995 we left for Germany. This had been a difficult moment because Oriana would stay alone in the capital to attend university.
I remember that Oriano suffered a great deal for this detachment from his daughter and he was very sad throughout the whole journey. We rented a house in the countryside right outside the built-up area of Pfalzdorf, which was just something more than a village, situated  north of Dusseldorf, right on the border with The Netherlands,.
Oriano had been assigned as a representative of Italy, to the NATO General Staff of Air Forces Reaction in Kalkar; This was the time of the war in the former Yugoslavia. Supporting the NATO Supreme Command, they elaborated plans of the air forces intervention on former Yugoslavia.
In Kalkar we lived with the military representing all the various NATO countries.
To socialize and to know each other and each other's cultures, nothing could be better than organizing evenings, week-ends or ven fairs were the representatives of the different countries cooked, played music, presented their own traditions and customs; we Italians often organized cooking classes where we could teach how to cook our specialties, especially pasta and risotto.
I surely did not do this on my own. I worked with the other Italian ladies, wives of Oriano's colleagues: every nation was represented by a large group, as, in addition to the Commander there were sector managers, secretaries, and so on.
Picking mushrooms was not really in use in Germany! I remember the surprise and the diffidence transformed into pleasure when serving them, for the first time,  some baked or fried drum sticks and/or porcini mushrooms.
Each year in November, to celebrate the Anniversary of All Saints and the Dead, we used to go to Rimini and after a few days we would drive back with Carla: my mother-in-law, who used to stay with us until... the following Easter(!)
I was happy for them, mother and son, because they could spend some time together... but at the beginning of each spring I used to ask Oriano, needing to regain some of our intimacy, "Do I  have to go back to Italy on my own, or shall we bring your mother back?" and so we could -finally- give my mother-in-law an appointment for the next November 2nd!
I must say, however, that during those (long!) months that she spent with us, everyone ( we and all our friends) enjoyed her homemade pasta: the "sdora romagnola" never failed.
When our first December in Germany arrived and, living only a few kilometers away from The Hague, I asked (pretended!) my mother to prepare once more the traditional Xmas meal of my childhood.
I think, for each of us, Christmas is connected to precise flavors and fragrances!
Furthermore, my last Xmas, with my family had been in 1969.
After so many years, as I had always celebrated Christmas with my in-laws,  I asked her to be able to taste -and smell-  again "our" traditional Xmas dinner:  the baked ham, the six different fruits in syrup and mashed potatoes.  I also wanted Carla to taste, at least once,  something, oh! so different from her Xmas cappelletti...

08/01/2020

Bimba_Romagna 1988 - 1991


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Written by Dorikri  

Cene ufficiali - Formal dinners
Nel 1991 ci trasferimmo di nuovo a Roma...
I tre anni appena trascorsi erano stati molto impegnativi.
Sono stati gli anni più importanti della carriera di Oriano. Oltretutto, per lui erano di doppio impegno - ma anche di doppia soddisfazione - in quanto è stato il primo ed unico Comandante di stormo ad essere stato anche, in precedenza, Comandante del gruppo di volo -101mo Gruppo- unità combattente dell' 8* Stormo. Altra peculiarità, Oriano è stato l'unico romagnolo a comandare quello stormo sito in terra romagnola.
Ormai mi conoscete abbastanza per sapere che il mio appoggio ad Oriano in quei tre anni è stato completo (come già detto, chi ci ha rimesso è stata Oriana).
Pensate... nei paesi anglossassoni, l'apporto delle mogli (e delle famiglie) considerato così importante, che, non solo esse vengono "valutate" ma influenzano le note caratteristiche del militare, come avremmo poi avuto conferma nei tre anni che, da lì a poco, trascorreremo in Germania presso la NATO. (Vedi il prossimo post).
Qui, giusto o sbagliato che sia, non è così ma il mio dovere l'ho fatto, e so anche di averlo svolto bene.
Il rapporto con le altre famiglie, affrontare eventuali problemi sorti, offrire aiuto laddove serviva, le feste da organizzare, per piccoli e adulti e... le serate di rappresentanze!!
Per darvi un'idea: durante le festività natalizie e di capodanno ci fu una stessa serata con 5 inviti a cena! Per non fare torto a nessuno, mi scusai con tutti i padroni di casa, assicurando, si, la nostra presenza ma per una visita sentita ma breve. Così dividemmo la serata per... portate!!
Degustammo un delizioso antipasto dal colonello dei Carabinieri; dopo un saluto con tanti auguria tutti e qualche chilometro in macchina, la moglie del comandante dell'Aeroporto di Rimini ci servì i classici cappelletti romagnoli; poi una lasagna napoletana preparata dalla moglie del comandante della Guardia di Finanza e così via... Ulteriore curiosità? Le padrone di casa erano originarie di diverse regioni, perciò avevamo anche fatto un bel viaggio culinario.
Questo periodo, però è stato molto importante anche per me. A 45 anni, e grazie ad una ceramista, incontrata per caso, ho scoperto che potevo "creare": che le mie mani mi potevano servire a "realizzare".
Lasciando la Romagna Oriano volta pagina, ed io?
Iniziai un lunghissimo viaggio nell'artigianato...
Dunque nel 1991... torniamo a Roma... Sempre alla Pisana, in quelle stesse palazzine dell’Aeronautica da dove eravamo partiti tre anni prima.
Oriana vi frequentò i tre ultimi anni del liceo classico e Oriano diresse il CIGA (Centro informazioni geotopografiche aeronautiche) con sede a Pratica di Mare.
Ballavamo spesso - We often danced

In 1991 we moved back to Rome.
The past three years had been challenging. 
These had been the most important years in Oriano's career.
For him, they had been a double commitment -but also a double satisfaction- because he had been the first and only Wing Commander who had also been, previously the 101* Squadron Commander, a combat unit of this same 8th Wing.
Another peculiarity, Oriano has been the only commander commanding in the region,  Romagna, where he is from.
By now, you know me enough to know that I surely and definitely supported Oriano in those three years, (as I already said, the only one who in fact "took a loss" was Oriana).
Just imagine... in the Anglo-Saxon countries, the contribution of wives (and families) is considered so important, that, not only they "pass a judgment" but they also influence the evaluation notes of the military, as we discovered a few years later during our stay at NATO in Germany. (see next post)
Here in Italy, nevertheless, I did my duty and I also know I did it properly.
The relationship with other families, dealing with any showed up problems, offering help where served, the parties to be organized for children and adults and... the official events!!
Just to give you an idea: during the Christmas and New Year festivities, we received 5 dinner invitations for the same evening! In order not to do anyone any wrong, we assured our presence but for a heartfelt but brief visit. So we split the evening into...dinner-courses!!
We tasted a delicious appetizer at the Colonel of the Carabinieri's; after a greeting with best wishes to everyone and a few kilometers by car, the Rimini Airport Commanding officer's wife served us the classic cappelletti from Romagna; then we had a Neapolitan lasagna prepared by the Commander of the Finance Police's wife and so on...
Another curiosity? The landladies were each from a different region, so we did a great culinary journey!
Il divertimento - The fun...
This period, however, has been very important for me too. At 45, and thanks to a ceramist, I had met by chance, I discovered that I could "create", that my hands could help me "produce".
Leaving Romagna, Oriano, turned the page. And me? I started a very long journey into the craftsmanship.
We returned to Rome back to La Pisana, the same service flats we had left three years before.
Oriana attended the last three years of the classical high school and Oriano directed the CIGA (Information Centre of Aeronautical Geotopography ) based on Pratica di Mare.

07/01/2020

I miei presepi - My Christmas Nativity scenes

Please scroll down for the English version!
Written by Dorikri 

Quando si parla di Natale, si deve, per forza parlare di presepi.
Il nostro presepe grande - Our big Christmas Nativity scene

Da sempre, fin dove possano tornare in dietro i miei ricordi, non esiste un Natale senza un presepe.
Ogni anno, mia madre ci metteva molto impegno e man mano che noi, figlie, crescevamo ci veniva concesso di partecipare ed aiutarla in questo allestimento.
Devo dire che oggi anch'io sono così. Non delego niente a nessuno e mi costa molto chiedere una mano o permettere a qualcuno di aiutarmi. Amo fare queste cose da me!!! (E' un difetto?)
Dunque torniamo al presepe...
Nei primi anni 80 a Roma, facevamo tante passeggiate  per conoscere la città. In Piazza Navona, sull'angolo opposto ai Mercati di Diocleziano, c'è quella che è conosciuta come la strada più corta di Roma (saranno si e no 15mt e non mi ricordo come si chiama!). In fondo (!!) a questa stradina c'era (c'è' ancora?) un negozio di presepi e statuine di tutte le taglie e di tanti materiali diversi.
Pastore - Sheperd
Al lato della porta d'ingresso, a mezz'altezza, c'era una piccola vetrina che presentava, da sola, e in bella mostra una Vergine di circa 25cm di altezza. Colpo di fulmine! Oriano ed io entrammo nel negozio e chiedemmo informazioni.
La proprietaria, sorridendo, prese la Vergine e me la porse.  Il viso, le mani ed i piedi erano... un momento! Posso dire sono: perchè quella Vergine è nostra! Dunque dicevo, il viso, le mani ed i piedi sono intagliati nel legno. Per il resto sono stoffe damascate inamidate e asciugate dando forme e pieghe.
La signora, quel giorno, ci spiegò che suo marito, che era costumista a Cinecittà, aveva creato quella dolcissima Vergine. "E il resto ?" le chiesi. "Ci sta lavorando" mi rispose.
Anche quel "resto" l'abbiamo noi! Man mano che lui creava i vari personaggi il nostro presepe prendeva forma. La Sacra Famiglia, il bue e l'asino (con il pelo, quasi veri!!) ed un pastore con le sue pecore ricoperte di lana.  Poi creò i tre Re Magi... e anche una vecchietta dell'800 adorante.
Dopo qualche anno (a dir il vero, ci potevamo permettere solo un pezzo o due alla volta!) al nostro presepe mancava una sola cosa: il dromedario da abbinare ai Re Magi!
Ma non l'abbiamo e non lo avremo mai perchè il nostro artista non c'è più...
Ogni anno apriamo i due sportelli della parte bassa di un mobile in soggiorno che custodisce il nostro presepe e lo  mettiamo in bella mostra.

Il nostro presepe piccolo - Our Small Nativity Crib
Abbiamo un secondo presepe, più piccolo dove i personaggi misurano da 1 a 3cm. Sono di terra cotta dipinta e sono tanti piccoli piccolissimi personaggi.
A differenza del primo presepe, questo è montato all'interno di una piccola serra di vetro.
A questo presepe sono molto affezionata perchè era di mia nonna materna. Lei lo chiamava "Ma minuscule grande crèche" (Il mio minuscolo grande presepio). Mi aveva raccontato che per moltissimi anni, dovunque venissero trasferiti, lei lo montava. So che addirittura per ben due volte dovettero trascorrere il Natale in albergo. Questo non le impedì di montarlo su un tavolino della loro stanza.   
Queste statuine vengono dalla Provenza, Sono i " Santons de Provence". Ognuno di loro è un pezzo unico firmato dall'artista che lo ha creato. 
Queste statuine sono circa una quarantina; ci sono anche un cane di 1cm e delle galline di 1/2 cm di altezza, il bue e l'asino di 2cm di lunghezza che riscaldano un Bambin Gesù il cui giaciglio misura 1cm! 
Tutto questo "mondo" sacro si racchiudeva in una scatola di sigari 10 x 10cm.
Qualche anno fa, me le son fatto dare da mia madre e ai Natali successivi montavo un presepe in qualche angolo della sala da pranzo o addirittura direttamente sul tavolo da pranzo.
Poi un giorno dell'anno scorso mi imbattei in Riccardo che sapevo essere un "costruttore" di presepi, gli diedi la scatola, la serra per le piante che avevo comprato all'uopo e mi riconsegno questa deliziosa creazione che espongo alla curiosità e alla sorpresa di tutti i nostri amici.   



When we talk about Christmas, we must necessarily speak about cribs (crèches)
I cannot remember a Christmas without a crib.
Every year, my mother put a lot of effort into creating one and as we, daughters, grew up, we were sometimes, "allowed" to help her in its setup.
I must say that today I am like that too: I don't like to delegate anything to anyone and it requires me a lot to ask for help; in fact, I don't like people helping me. I love doing things myself!!! (Is it a flaw?)
So let's go back to the cribs...
In the early 1980s in Rome, we used to take many walks to get to know the city. 
In Piazza Navona, on the corner opposite the Mercati di Diocleziano, there is, what is known as the shortest street in Rome (it is, at the most, 15mt long and I don't remember what it's called!). At the end (!!) of this the street there was (is there still?) a shop where you could buy only handmade cribs and figurines of all sizes and of many different materials...
Left of the front door, there was a small show-case that presented, on Her own, a beautiful representation of the Virgin Maria of about 25cm in height. It was love at first sight! Oriano and I entered the shop and asked for information.
The lady-owner, smiling, took the Virgin and handed it to me. The face, hands, and feet were ... wait a moment! I can say... are because: since then, that Virgin is ours! 
So, as I was telling you: the face, the hands, and the feet are carved in wood. The rest of the "figurine" is made by damask fabrics that are starched and dried to give it different shapes and folds.
That day, the lady told us that her husband, who was a costume designer in Cinecittà, had created that sweet Virgin.
"And the rest?" I asked. "He's working on it," she replied.
We have that "rest" too! 
As he created the different characters, our crib took shape. The Holy Family, the ox and the donkey (with fur, almost real!!) and a shepherd with his sheep covered in wool. Then he created the three Wise Men... and also an adorable adoring old woman from the 1800s. 
After a few years (to tell you the truth, we could only afford a piece or two at a time!) only one thing was missing in our crib: the Three Wise Men's dromedary! But we don't have it and we will never have it as unfortunately, our artist has died before finishing it.
Every year we open the two doors on the lower part of a piece of furniture in the living room that safeguard our crib and we show it very proudly.

Dettaglio del piccolo presepe - a detail from our small Christmas crib

Unlike the first crib, these characters measure from 1 to 3cm!
They are made of clay molded and painted by hand. They are many small, very small, characters.
Unlike the first crib, this is assembled inside a small glass greenhouse.
I am very fond of this crib because it belonged to my maternal grandmother. She called it "Ma minuscule grande crèche" (My tiny big crib). 
She had told me that for many, many years, wherever they were sent to when Xmas time arrived, she would, no matter what assembled it. 
I even know that twice they had to spend Christmas in a hotel: this did not stop her from decorating their room with this "tiny big crib".
These figurines come from Provence, they are known as "Les Santons de Provence". Each of them is a unique piece signed by the artist who created it.
These figurines are about forty; there are also a 1cm dog and 1/2 cm high hens, the 2cm ox and donkey that warm a Bambin Gesù whose pallet measures 1cm! All this sacred "world" was kept by my grandmother in a 10 x 10cm cigar box.
A few years ago, I got it from my mother and at the following Christmases I assembled it in some corner of the dining room or even directly on the dining table.
Then one day, last year, I ran into Riccardo who I knew was a "crib maker", I gave him the small box, the small, glass greenhouse I had bought for this purpose and he gave me back this delicious crib creation that I expose to the curiosity and the surprise of all our friends.
Guarda come sono piccoli! - Look how small!